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Storia 

 

 

Lo Shito-ryu è uno dei quattro stili maggiori nei quali si articola l’arte marziale del Karate. Il suo fondatore fu il Maestro Kenwa Mabuni, una delle più importanti figure annoverate dalla storia del Karate. Nato nel 1889 a Okinawa, Mabuni iniziò a praticare il Karate a 10 anni, divenendo allievo del grande Maestro Anko Itosu a 13 anni e del Maestro Kanrio Higaonna a 19. Essi offrirono a Mabuni due differenti scuole: Itosu, infatti, privilegiava tecniche dritte e potenti, mentre Higaonna utilizzava movimenti circolari e ampi e basava l’efficacia di quest’arte marziale sulla rapidità. Successivamente, Mabuni entrò nelle forze di polizia, lavoro grazie al quale poté viaggiare in tutto il territorio dell’isola di Okinawa, conoscendo altri Maestri e apprendendo numerosi kata. Dopo aver praticato e migliorato l’arte del Karate per decenni, nel 1938 egli definì il proprio stile come “Shito-ryu” in onore dei suoi due primi grandi Maestri. Lo Shito-ryu è attualmente uno tra gli stili di Karate più diffusi al mondo, ed è anche quello che conta il maggior numero di kata, eredità della continua pratica e del continuo apprendimento del suo fondatore. Rispetto ad altri stili può sembrare a prima vista carente dal punto di vista della forza; si tratta però di un’impressione errata, poiché la velocità e la raffinatezza tecnica dei movimenti rendono lo Shito-ryu assai potente ed efficace. Sfruttando posizioni naturali che consentano rapidità di movimento e mantenimento dell’equilibrio, lo Shito-ryu basa la sua forza su cinque principi formulati dal Maestro Mabuni, noti come “Uke no go genri”: - rakka (“petali cadenti”): parare l’attacco con un movimento veloce, preciso e forte, annientandolo; - ryusui (“acqua che scorre”): contrastare l’avversario in modo fluido e senza rigidità; - kushin (“elasticità”): difendersi dall’attacco dell’avversario variando l’altezza e la struttura della posizione; - ten-i (“spostamento”): spostarsi dalla linea d’attacco nelle otto possibili direzioni; - hangeki (“contrattacco”): è la risposta all’attacco dell’avversario contemporanea alla difesa dal suo. Come gli altri stili del Karate, tuttavia, lo Shito-ryu non esaurisce la sua natura nell’essere una mera arte di difesa, bensì è anche uno strumento di crescita personale: il motto del Maestro Mabuni era infatti “Kunshi no ken”, ossia “L’arte del pugno è l’arte del saggio”.

 

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